Negli ultimi mesi si è parlato molto della questione della copertura assicurativa dei medici, e della relazione tra copertura assicurativa e formazione continua professionale.
In effetti, da una parte la legge Gelli Bianco stabilisce l’obbligo per i medici dipendenti di strutture sanitarie di assicurarsi almeno per i casi di colpa grave, dall’altra la bozza del Decreto Attuativo del MISE (il Ministero dello Sviluppo Economico), previsto della stessa legge Gelli, tratta del diritto dell’assicurazione del medico a rivalersi sul medico stesso, legandolo al caso in cui quest’ultimo abbia (o non abbia) raggiunto il 70% dei crediti ECM del triennio precedente l’errore medico che ha comportato il risarcimento del danno.
Innanzitutto è necessario purtroppo prendere atto che la formulazione dell’articolo 3 della bozza del Decreto Attuativo è molto oscura e poco comprensibile, tanto che alcuni la interpretano come un caso di non operatività della polizza, altri la interpretano invece come una limitazione del diritto dell’assicurazione a far valere la rivalsa (cioè a chiedere un indennizzo per quanto la Compagnia stessa ha pagato al paziente danneggiato), quindi con una lettura del tutto contraria.
Secondo una certa lettura della bozza, in definitiva, il medico rimane scoperto dall’assicurazione se non ha maturato almeno il 70% degli ECM del triennio precedente.

Secondo l’altra interpretazione l’assicurazione deve obbligatoriamente coprire e non può chiedere la restituzione di quanto ha versato al medico, se quest’ultimo ha maturato il fatidico 70% dei crediti formativi.
È evidente che entrambe le interpretazioni sono abbastanza problematiche, perché limitano eccessivamente i diritti del medico o al contrario dell’assicurazione, e soprattutto collegano l’eventuale diritto alla rivalsa a dei fatti (la maturazione dei crediti ECM) che sono del tutto slegati rispetto all’eventuale errore del sanitario nel caso specifico, con buona pace di tutti i principi di responsabilità, e quindi anche con qualche dubbio di legittimità costituzionale.
È bene però ribadire che si tratta di una bozza, che dunque non è operativa né obbligatoria.
Certo è che, in via indiretta, la bozza del decreto attuativo in argomento vuole spingere i medici ed i sanitari a completare il percorso di formazione ed aggiornamento continui, in modo da abbattere indirettamente la percentuale di errore, migliorando la qualità media delle condotte mediche e sanitarie.
Vedremo nel prossimo futuro se la bozza del decreto attuativo sarà rivisitata e modificata, magari chiarendo questo aspetto che per i medici avrà in ogni caso una ricaduta molto importante.