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Autolesioni del paziente psichiatrico: quando c’è colpa del medico?

Autolesioni del paziente psichiatrico: quando c’è colpa del medico?

Una recente pronuncia della Corte di Cassazione ha esaminato il caso di colpa del medico e della struttura sanitaria per il danno da autolesione di un malato psichiatrico.

Familiari del paziente, infatti, chiedevano l’accertamento della responsabilità del medico e della struttura sanitaria, che a suo dire non avevano impedito che il loro congiunto, malato psichiatrico, si infliggesse delle lesioni.

Dopo due gradi di giudizio, la Corte di Cassazione, confermando gli orientamenti precedenti, ha sottolineato come tra gli obblighi di ogni struttura e del personale sanitario vi sia anche quello di sorvegliare i pazienti “in modo adeguato alle loro condizioni, in particolare se consistenti nell’assente o menomata capacità di autotutela”.

Autolesioni paziente psichiatrico

Infatti la struttura sanitaria, nel momento in cui accetta il ricovero di un paziente, stipula con lo stesso un contratto comportante due obblighi essenziali:

– apprestare al paziente le cure richieste dalla sua condizione;

– assicurare la protezione delle persone di menomata o mancante autotutela.

E pure il sanitario ha l’obbligo di “proteggere il paziente da se stesso”.

Nell’ipotesi di malattia psichiatrica, tale obbligo risulta essere addirittura la parte essenziale della cura. 

Conseguentemente il fatto che il malato psichiatrico riesca in un modo o nell’altro a procurarsi delle lesioni più o meno gravi fa presumere sussistente e in maniera quasi automatica una responsabilità della struttura nonché dei medici preposti alla sua sorveglianza.

È evidente che, in questi casi, la posizione del medico e del sanitario è dunque molto delicata.

Questi “obblighi di protezione” costituiscono infatti un’obbligazione, certo accessoria ma ugualmente importante, di predisporre adeguate e tempestive misure di sorveglianza di fronte ad un rischio di elevata portata e pericolo imminente che possono condurre ad una sentenza di condanna, nonostante l’autolesione sia stata improvvisa ed inarrestabile.

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