In questo tempo di emergenza sanitaria causata dal dilagare della pandemia Covid, più volte e sotto vari profili si è trattata la questione di farmaci – cure – vaccini.
È evidente infatti come questo virus ignoto abbia prodotto degli effetti preoccupanti ed impensabili, prima di tutto a livello sanitario.
Tale situazione ha infatti messo a dura prova il sistema sanitario di tutto il mondo, poiché l’inesistenza di un farmaco o un vaccino con efficacia comprovata e certificata ha reso necessario correre ai ripari con i mezzi a disposizione.
Se è vero infatti che esporre un paziente a delle cure non totalmente sperimentate e comprovate può comportare rischi non del tutto noti, è altresì vero che, in questo caso, attendere i tempi della scienza per poter procedere alla somministrazione di farmaci specifici avrebbe comportato un ulteriore aggravamento dei numeri della pandemia.
– Lo stato dell’arte
E’ proprio per far fronte a questo tipo di esigenza che in prima battuta l’AIFA, sulla scia delle leggi già esistenti in Italia l. n. 94/1998 e 648/1996, ha stilato un elenco di tutti i possibili farmaci utilizzabili per il trattamento del virus.
Per ognuno di essi ha provveduto a specificare rischi e benefici dell’applicazione su ogni singolo paziente, in base a problematiche, esigenze e patologie pregresse.
A ciò è seguita un’ulteriore apertura concedendo l’utilizzo al SSN di alcuni farmaci off label per il trattamento del Covid, pur non avendo ovviamente dati certi circa l’efficacia degli stessi.
Ancor di più, si è reso necessario autorizzare, da parte del comitato scientifico ed Etico dell’AIFA l’utilizzo cosiddetto “compassionevole” di presidi farmacologici ancora in fase di sperimentazione.
Per permettere tutto ciò l’AIFA, in collaborazione con il Ministero e con l’apposito comitato istituito in sede europea, ha posto in essere una lunga serie di meccanismi volti alla rapida diffusione delle notizie e dei farmaci utili per aiutare e sostenere non solo i pazienti, ma soprattutto i medici nella scelta del percorso terapeutico da seguire.
È vero infatti che mai come in questo periodo i sanitari si sono trovati a fronteggiare un nemico sconosciuto, senza il supporto di linee guida che permettessero loro di pervenire ad una diagnosi e cura, ma anche di non incorrere in responsabilità civile e penale.
Tale attività dunque, pur offrendo degli strumenti rudimentali, ha permesso ai medici di poter cercare risposte o supporto nelle loro ipotesi di cura.
Il tutto sempre orientato alla tutela del diritto alla salute, quale supremo cardine del nostro ordinamento.