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Ordine di servizio COVID per medici e infermieri

Ordine di servizio COVID per medici e infermieri

La responsabilità del medico nelle unità COVID: lo specialista può rifiutare iltrasferimento?

La pandemia e lo stato di emergenza che stiamo vivendo hanno costretto a quasi tutte le strutture e le amministrazioni a trasferire nei reparti COVID e nei COVID hospitals anche i medici che, per la loro specializzazione, nulla c’entrerebbero con il trattamento dei malati COVID.

Spesso, dunque, i medici si sono trovati nella condizione di essere inseriti in unità di medicina o pronto soccorso, pur avendo una specializzazione assolutamente diversa e incompatibile.

Infermieri COVID

Ma come è possibile rifiutare un ordine di servizio in emergenza?

E dall’altro lato, in che responsabilità incorre un medico strutturato, specializzato in oculistica o in dermatologia, che erra nel trattamento di un paziente COVID?

La questione, purtroppo, è tutt’altro che pacifica, non solo perché nella storia recente il problema, in termini così drastici, non si è mai presentato, ma anche perché a quello che prevede la legge e l’ordinamento spesso si contrappongono le necessità concrete e le pressioni delle (e sulle) strutture.

Invero l’art. 1 della legge Gelli Bianco specifica che “alla sicurezza delle cure e alla gestione corretta del rischio clinico devono concorrere tutti gli operatori della sanità, compreso tutto il personale”.

Purtroppo, in situazione di emergenza, è difficile sottrarsi all’ordine di servizio, sempre che questo sia chiaro e messo per iscritto, considerato che ad oggi ci sono delle linee guida abbastanza chiare ed univoche che ogni medico può (deve) conoscere, seguire e gestire.

D’altra parte, tuttavia, il medico può rifiutarsi di essere inserito in un contesto totalmente sconosciuto, di estrema difficoltà o specialità, tale da risultare del tutto avulso dalle proprie conoscenze e dall’esperienza maturata.

Questo, proprio per la sicurezza dei pazienti e del medico stesso, che altrimenti incorre in responsabilità.

Dal punto di vista del medico, però, non si può nemmeno non tenere in considerazione che il rifiuto può comportare certamente l‘aumento delle pressioni della struttura sul medico.

Certamente dunque la situazione va gestita in modo molto delicato ed equilibrato, proprio per evitare che i sanitari vengono messi all’angolo per responsabilità non loro.

Bisogna cercare di anticipare questo rischio, con confronti guidati con le amministrazioni e con le stesse assicurazioni.

Si tratta infatti, purtroppo, di un argomento molto spinoso, che esporrà a rischi anche assicurativi molti medici, infermieri e sanitari che si sono trovati a dover gestire l’emergenza nell’emergenza, a dover imparare troppo in fretta una malattia sconosciuta e un ramo della medicina specialistico.

Se ti trovi in questa situazione chiedici una consulenza!

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