
Con l’avvio della campagna vaccinale di massa contro il virus COVID-19 è stata richiesta la disponibilità di migliaia di medici a prestare attività professionale di vaccinazione, inquadrando di volta in volta la prestazione dei sanitari come volontaria e gratuita oppure retribuita.
Tale attività, tuttavia, pone l’interrogativo della copertura assicurativa dei medici vaccinatori.
È bene sottolineare innanzitutto che l’attività di vaccinazione è insita nell’attività sanitaria, o per lo meno intimamente legata ad essa, e dunque alcune compagnie assicurative hanno sin da subito confermato l’operatività delle polizze anche per l’attività vaccinale dei medici e sanitari assicurati.
Inoltre, nel caso di prestazione volontaria e gratuita dell’attività vaccinale, i dipendenti ospedalieri sono stati per lo più avvisati dalle direzioni generali delle strutture che la copertura assicurativa per colpa grave, obbligatoria per legge da ormai una decina di anni, era sufficiente a proteggere i professionisti dai rischi alla stessa connessi.
E d’altra parte non poteva essere diversamente, considerato che tali medici vaccinano ogni giorno centinaia di persone all’interno delle strutture presso cui lavorano e proprio su indicazione di queste ultime.
Maggiori problemi, invece, stanno destando quei tipi di coperture assicurative per le quali pare sia necessaria un’estensione apposita della polizza all’attività di vaccinatore.
È bene, dunque, per il medico che voglia dare la propria disponibilità ad effettuare le vaccinazioni, controllare approfonditamente la propria copertura assicurativa, per evitare di incorrere in sgradite sorprese un giorno.
Evidentemente, ancor più deve prestare attenzione il medico, magari il giovane medico, vaccinatore retribuito, che stipula con la pubblica amministrazione un contratto di prestazione professionale, mirata proprio all’attività di vaccinazioni.
In questo caso, infatti, il medico dovrà munirsi di una copertura assicurativa da libero professionista, che vada a coprire tutti i rischi specifici connessi con l’attività di vaccinatore.
È evidente che tale problema riguarderà soprattutto i giovani medici specializzandi che, non avendo magari ancora una posizione professionale stabile ed affermata, sono più sensibili alle proposte contrattuali di medico vaccinatore retribuito.
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