Skip to content

LO SCUDO PENALE E LA RESPONSABILITÀ CIVILE DEL MEDICO

LO SCUDO PENALE E LA RESPONSABILITÀ CIVILE DEL MEDICO

Il DL 44/2021 convertito con modificazioni con L 79/2021 ha istituito lo scudo penale per i medici e sanitari che somministrano il vaccino COVID-19, prevedendo la non punibilità degli stessi per il caso in cui, nella somministrazione del vaccino, seguano i protocolli e le autorizzazioni delle autorità pubbliche.

La nuova normativa, inoltre, prevede la punibilità dei medici solo per colpa grave durante la pandemia per errori dovuti a causa dell’emergenza sanitaria causata dal COVID.

Invero, come è stato detto più volte, il tanto decantato scudo penale ha ripercussioni concrete estremamente limitate, tanto da essere in realtà una mera linea di indirizzo per i magistrati.

Peraltro, lo scudo non protegge certamente dal coinvolgimento del medico in processi penali: il medico potrà essere indagato ed imputato, e solo alla fine del processo potrà – se del caso – essere dichiarata non punibile la sua condotta.

Che lo scudo sia molto blando, peraltro, lo conferma pure la triste vicenda della giovanissima Camilla Canepa, morta dopo la somministrazione della prima dose di vaccinazione COVID-19: in effetti, la procura ha aperto un’inchiesta, ed il medico vaccinatore è stato immediatamente iscritto nel registro degli indagati (almeno, da quanto apprendiamo dai media).

Ma allora, il medico è protetto o no?

Purtroppo la risposta è: NO.

Se, infatti, sul fronte dei processi penali il medico non può certo dirsi al sicuro, sotto il profilo civile la sua esposizione personale è ancora più netta.

In effetti, la nuova legislazione emergenziale lascia completamente scoperto il settore civile, che – a prescindere dal clamore e dal timore che suscita sempre un processo in tribunale – è probabilmente quello che il medico deve più temere, perché nelle cause di responsabilità (del settore civile, appunto) il medico può essere destinatario di domande di risarcimento anche milionarie, e può trovarsi esposto in prima persona a pignoramenti e blocchi dei conti correnti.

Questo vale ancor di più nell’epoca della pandemia.

Perché?

Prima di tutto perché stiamo assistendo ad un’impennata delle cause risarcitorie, e questo moltiplica il fattore di rischio di base, per ogni sanitario: evidentemente, aver lavorato e continuare a lavorare con ritmi massacranti espone a rischi sempre maggiori di errore.

Inoltre le strutture (ospedali e cliniche) coinvolte nelle cause civili spesso non hanno una copertura assicurativa idonea, e dunque, se da un lato sono portate a resistere nelle cause, senza cercare accordi con i pazienti pretesi danneggiati (sicché svaniscono le speranze del medico di risolvere la questione bonariamente), dall’altro lato sono addirittura spinte (per motivi economici di bilancio) a chiedere a loro volta un indennizzo al medico che ha errato nella gestione del paziente, qualora vengano condannate a risarcire il danno.

E questa sarà una tendenza sempre più marcata, spinta dai venti della pandemia, che ha comportato ovvie difficoltà nella gestione di qualsiasi paziente, COVID o non COVID, tanto che alcuni esperti hanno già ventilato la possibilità che la sanità pubblica vada in default proprio a causa delle migliaia di richieste di risarcimento che ci si attende, e per i soldi che di conseguenza verserà la sanità pubblica verso i pazienti.

Cosa può fare il medico?

La prima cosa che può e deve fare il medico per tutelarsi è contrarre un’autonoma garanzia assicurativa per la responsabilità professionale, che non si limiti a coprire i casi di colpa grave e che sia magari svincolata ed autonoma rispetto alle coperture della struttura, che li metta al riparo dai rischi più evidenti di pignoramenti.

Certamente, questa garanzia dovrebbe essere completata con una polizza di tutela legale, perché il primo, grave rischio di danno che subisce il medico quando viene coinvolto in una qualsiasi causa è quello di dover pagare le spese dei propri avvocati e dei propri tecnici, anche per decine di migliaia di euro.

Immediatamente dopo, il medico dovrebbe rivolgersi ad uno specialista per tutelare la sua posizione patrimoniale personale e familiare, in modo da metterla al riparo da eventuali pericoli futuri con strumenti specifici.

Chiamaci per una consulenza gratuita!

Articoli Correlati