Skip to content

La legge Gelli Bianco e la consacrazione delle linee guida come faro per la responsabilità del medico

La legge Gelli Bianco e la consacrazione delle linee guida come faro per la responsabilità del medico

Scopriamo a distanza di 4 anni cosa ha portato la promulgazione della legge Gelli Bianco

A distanza di quattro anni dalla promulgazione della legge Gelli Bianco, il ruolo delle linee guida è stato più volte affrontato dalla giurisprudenza, che ha messo in luce delle caratteristiche e dei limiti di quello che talvolta viene definito come faro e àncora per i medici, talaltra come arma a doppio taglio.
Le linee guida, secondo la Corte di Cassazione, sono “un condensato delle acquisizioni scientifiche, tecnologiche e metodologiche concernenti i singoli ambiti operativi, reputate tali dopo un’accurata selezione e distillazione dei diversi contributi, senza alcuna pretesa di immobilismo e senza idoneità ad assurgere al livello di regole vincolanti” (Cass. Pen. SSUU 8770/2018).
Esse sono state introdotte nel panorama giuridico nel 2012 col decreto Balduzzi, e sono state consacrate nel 2017, appunto, con la riforma della legge Gelli Bianco.
Sono un baluardo importante per il medico, perché la legge stabilisce apertamente che in determinati casi, la responsabilità penale “è esclusa quando sono rispettate le raccomandazioni previste dalle linee guida ovvero, in mancanza di queste, le buone pratiche clinico assistenziali, sempre che le raccomandazioni previste dalle predette linee guida risultino adeguate alle specificità del caso concreto” (art. 6).
Esse, tuttavia, rischiano di diventare a volte anche delle tagliole, poiché ragionando a contrario più volte è stato detto che un medico che incorre in responsabilità per essersi discostato dalle linee guida è responsabile per colpa grave, quasi ci fosse una relazione automatica tra le due cose.
Ovviamente questo evoca spettri importanti per i medici, perché la colpa grave è l’anticamera del giudizio della corte dei conti e della rivalsa della struttura e dell’assicurazione sul patrimonio del medico.
Si comprende bene, allora, perché a volte il medico è tentato di seguire le linee guida a prescindere da tutto.
La Cassazione, in realtà, ha per certi versi tentato di ridimensionare la funzione delle linee guida della legge Bianco Gelli. Una recente sentenza del 2020, che segue il solco di decisioni recenti, ha confermato che “il medico deve sempre valutare il caso concreto per decidere se optare per una terapia diversa rispetto a quella prevista dalle linee guida. Esse, infatti, essendo elaborate in via astratta, non possono esaurire tutte le situazioni concrete” (10175/2020).
Purtroppo, però, ad esempio in questo caso, la Suprema Corte ha deciso in senso punitivo, affermando che il medico non può andare esente da responsabilità per il solo fatto di essersi attenuto alle linee guida.
Ne deriva che il medico deve sempre valutare attentamente se attenersi alle linee guida o meno, e non può trincerarsi dietro il rispetto delle linee guida per salvarsi da responsabilità.
Altrettanto, il sanitario che decide di discostarsi dalle stesse linee guida, dovrà certamente annotare nella cartella clinica i motivi che l’hanno portato a tale scelta, in modo poi da potersi difendere un giorno in maniera più efficace.
 
Articoli Correlati