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Ricetta medica e falso ideologico

Ricetta medica e falso ideologico

Quando il medico facendo una semplice prescrizione ovvero compilando una ricetta commette falso ideologico?

E’ una recente sentenza della Corte di Cassazione a precisare come il medico che prescrive un farmaco “al buio” commette il reato di falso ideologico.

Capiamo meglio cosa ha inteso la Suprema Corte.

Il caso analizzato è uno dei più ricorrenti negli ambulatori medici.

Il professionista che, alla luce delle richieste e delle notizie fornite dal paziente magari solo verbalmente, prescrive, anche su ricetta “bianca”, quindi non dal ricettario del SSN, un farmaco.

Il problema risiede proprio nella prescrizione fatta senza i dovuti approfondimenti.

Neppure la visita, in certi casi, è sufficiente secondo la Cassazione, in particolar modo nelle ipotesi di un paziente non 

Ricetta medica e falso ideologico

abituale o conosciuto, di cui pertanto si rischia di non conoscere le patologie pregresse o eventuali allergie ad esempio.

Ma allora perché il reato di falso ideologico?

Perché la ricetta, anche fatta dal ricettario bianco dal medico di libera professione, ha da sempre connaturata una doppia funzione:

  •  la prima: autorizzativa. In alcuni casi è solo attraverso l’esibizione della ricetta che si può ottenere il farmaco desiderato, sbloccando quindi l’erogazione del servizio sanitario.
  •  la seconda: di certificazione. La ricetta infatti attesta il diritto dell’assistito alla prestazione indicata, il che presuppone una condizione di malattia.

Ciò che rileva dunque non è tanto o solo l’avvenuta visita bensì la preliminare verifica che il paziente effettivamente necessiti, a causa della sua condizione, di quel determinato farmaco.

Solo successivamente a tale verifica il medico potrà correttamente procedere alla prescrizione.

La Corte infatti precisa da ultimo che in alcuni casi non sarebbe neppure necessaria la preliminare visita, si pensi a portatori di patologie croniche riconosciute e attestate.

L’essenziale è dunque l’effettivo diritto del paziente ad ottenere quella particolare prestazione sanitaria perché effettivamente malato, perché è questo che il medico attesta nel momento in cui scrive la ricetta.

Conseguentemente, qualora questo preliminare accertamento manchi, ovvero la ricetta venga strappata a titolo di “cortesia” al paziente che semplicemente la richiede, senza reale e comprovata esigenza di salute, il medico rischia di incorrere nel reato di falso ideologico.

Ti sei trovato in questa situazione? Temi che questa leggerezza possa comprometterti nei confronti di alcuni pazienti?

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