La vera esposizione in causa del Medico
La responsabilità sanitaria, negli ultimi 30 anni, è purtroppo sbocciata e dilagata in Italia, senza trovare argini di sorta.
Pure i timidi correttivi tentati, sono stati vinti dalla resistenza della società, intesa come sentire popolare e come riconoscimento di una sfera più ampia dei diritti, dalla giurisprudenza e dalla stessa normativa.
Invero, il fenomeno non è solo italiano: esso si pone in linea con il resto del mondo (che ha preceduto e aperto la strada alle richieste di risarcimento dei nostro connazionali), tanto addirittura che, negli USA, si stima oggi che la malpractice medica, quella che dai quotidiani italiani verrebbe chiamata “malasanità”, costituisca la terza causa di morte dei pazienti.
Chiaramente la situazione negli USA è molto diversa rispetto a quella europea e italiana, a causa soprattutto della netta distinzione e qualità di strutture, servizi e prestazioni erogati in campo pubblico o privato, ma la situazione, qui come oltreoceano, ha assunto dimensioni davvero ragguardevoli e va tenuta monitorata.
Chi allora può essere coinvolto in una causa?
Che rischi assume un medico che presta la propria attività professionale ogni giorno?
Ebbene, pare necessario innanzitutto sgomberare il campo da dubbi: tutti i medici possono essere coinvolti in una causa di risarcimento iniziata da un paziente, indipendentemente dal fatto che quest’ultimo citi in tribunale anche la struttura ospedaliera o la clinica in cui il professionista lavora, o addirittura la compagnia che le assicura.
Il medico e le strutture o cliniche (e di conseguenza le assicurazioni) sono infatti
“responsabili solidali”, cioè sono chiamati entrambi a risarcire ciascuno per l’intero il danno cagionato, in caso di condanna.
Cosa significa questo, cosa comporta?
Comporta innanzitutto che il medico deve assicurarsi, per tentare di ridurre, per quanto possibile, le possibilità di dover pagare di tasca propria.
Pare impossibile, ma è così.
Capita spesso, infatti, che l’assicurazione non coprail fatto che ha generato la richiesta di risarcimento, che la struttura (o la clinica, o l’ospedale) non sia assicurata, oppure comunque che il medico risulti il soggetto che, per il suo patrimonio e i suoi beni, sembri essere il piùappetibile per un futuro pagamento del risarcimento… detta altrimenti, di un ipotetico pignoramento.
Allora può capitare che il medico sia coinvolto nella causa principale ma che, contemporaneamente, subisca anche un sequestro dei suoi beni (della casa, oppure dei titoli in banca), come può capitare che esca sui giornali locali qualche articolo particolarmente sgradevole.
Certo, dopo 5 anni in tribunale, magari il medico vincerà la causa, ma nel frattempo?
Che ne sarà della sua immagine, del buon nome (personale e professionale), della piena libertà di gestire i suoi beni?
È tempo che il medico si svegli, che si protegga e che ci pensi. In anticipo, prima di essere coinvolto in qualche causa o problematica da cui è difficile uscire.