Nel momento in cui il COVID ha rialzato la testa, obbligandoci di nuovo a rimanere in casa e determinando il Legislatore ad emanare dei nuovi provvedimenti restrittivi delle libertà individuali, si è iniziata a sentire in modo sempre più opprimente la mancanza di medici, infermieri ed ospedalieri che gestissero la cosiddetta “seconda ondata”.
Già durante il primo lockdown il governo aveva autorizzato l’assunzione degli specializzandi iscritti agli ultimi due anni di formazione per sopperire alla drammatica mancanza di personale, e lo stesso copione si sta ripetendo ora.
Ma dov’è la tutela per i medici specializzandi?
Non stiamo parlando solo di tipologia di contratti di lavoro (spesso le regioni hanno usato i modelli co.co.co., con tutto quello che ne deriva), ma anche e soprattutto di tutela legale e di tutela assicurativa degli specializzandi.
In effetti, se dal punto di vista lavoristico la mancata equiparazione degli specializzandi rispetto agli strutturati ha comportato, già nella prima ondata, il diverso riconoscimento in termini di bonus indennità, dal punto di vista della tutela legale, abbiamo assistito a moltissimi casi in cui gli specializzandi, magari iscritti al primo anno di formazione, si sono trovati a dover fronteggiare direttamente casi di COVID, magari perché il reparto in cui lavoravano era stato riconvertito al centro COVID… E questo, indipendentemente dalla loro specializzazione.
È evidente che questo si ripercuoterà pesantemente sulla vita e sulla professionalità di questi giovani ragazzi che stanno dando un enorme contributo nell’affrontare questo momento storico.
Il rischio è, purtroppo, che vengano ripagati con denunce e cause per responsabilità professionale.
Dalla parte del MEDICO è anche dalla parte degli specializzandi, e proprio per questo si impegna nella tutela legale e tutela assicurativa degli specializzandi anche in convenzione.